sabato 29 maggio 2010

Arte di strada non significa imbrattare i muri


Chi pratica la street art lo fa per muovere una critica, per contestare il principio di proprietà privata o semplicemente perché i muri e gli spazi della città offrono alle proprie creazioni l’ineguagliabile opportunità di essere viste da migliaia di persone. In Italia la street art esiste da trent’anni (auguri!) e alzi la mano chi non chi non ha in mente almeno un angolo che è stato abbellito da un murale apparso nottetempo. Io potrei citarne a decine riguardanti la mia città e non solo (in alto un esmpio).

Tristi muri di cemento armato che diventano dipinti, fumetti, graphic novel; parcheggi bui trasformati in gallerie d’arte a cielo aperto; sottopassaggi dalle cui pareti, mentre li percorro, mi fanno compagnia personaggi buffi e inquietanti; murales contro la mafia, pro-ambiente, murales di denuncia sociale. Ho scoperto che esiste anche l’Isa, l’Associazione Italiana Street Art, riporto dal sito : " l'Isa nasce nel 2007 grazie alla collaborazione di alcune delle più significative realtà associative, artistiche e professionali italiane che applicano le tendenze visive legate ai fenomeni artisticoculturali del graffitismo, del muralismo e della street-art al design urbano, all’arte contemporanea ed ai progetti socio-culturali. Isa è un progetto indipendente, senza scopo di lucro, di aggregazione sociale e politica super-partes, al servizio di artisti e progetti nel pieno rispetto delle culture che li sostengono”. Il presidente onorario dell’associazione è Vittorio Sgarbi, il quale, al di là di qualsiasi giudizio sulla sua persona, di arte ne sa più di Berlusconi e di tutto il suo governo messi insieme. E su questo credo di non poter esser smentita…

Esiste anche l’Associazione Nazionale Antigraffiti, che, cito dal sito: “Cosciente della differenza che intercorre tra ‘graffito-opera d’arte’ e ‘graffito-atto vandalico’ sostiene una politica di preservazione dei beni immobili come ricchezza del patrimonio artistico e culturale italiano”.

L’Associazione Nazionale Antigraffiti calcola che per pulire tutti i danni che gli scarabocchiatori hanno provocato alle nostre città occorrerebbero 750 milioni di euro. Bella cifra, eh? Per non fare di tutta l’erba un fascio occorrerebbero alcuni distinguo tra i maniaci della firma scarabocchiata su monumenti, palazzi storici e spazi che sono bene comune, i quali non devono essere deturpati, e coloro che valorizzano spazi abbandonati e con la loro arte rendono più vivibile e umana la città.

Fonte: Fanzin-Arte

sabato 22 maggio 2010

Julian Beever: Gessetti sul pavimento



E’ possibile saper dipingere ed è possibile farlo anche bene. Per mezzo di svariate tecniche, tradizionali o all’ avanguardia. Lo si può fare sui più svariati supporti, dopo la carta e la tela il supporto più comune è il muro. Ma, sul pavimento? Saper dipengere sul pavimento con l’accuratezza e la visione prospettica di Julian Beever non è veramente cosa di tutti i giorni.
Molto comunemente, in Italia, chi dipinge sul pavimento è chiamato anche “madonnaro“, termine che deriva dalla propensione degli “artisti di strada” nel dipingere su pavimenti soggetti religiosi e in particolare la figura aurea della “Madonna”.
Una cosa è certa, Julian Beever non può essere definito sicuramente “madonnaro” e nemmeno se fosse di nazionalità italiana anzichè inglese. Basta guardare i suoi lavori per rendersene immediatamente conto.
Julian trasmette sul pavimento (a volte di cemento, a volte di piastrelle) la forza e l’ esperienza di un vero artista.
Gessetti, marciapiedi, strade, fantasia e tanta, tanta padronanza della tecnica dell’ anamorfismo. Una tencica per mezzo della quale viene dipinta una figura appositamente distorta ma che guardata da una certa angolazione produce un incredibile effetto illusorio di tridimensionalità.

Julian ha prodotto i suoi capolavori in vari paesi del mondo, come Francia, Inghilterra e Australia e nel 2004 diventa famoso su internet grazie ad una mail-catena pubblicizzante le sue opere. Julian non si limita a dipingere le proprie opere sul pavimento ma trasmette la sua esperienza illustrativa anche su muro e su tela.


Julian Beever : Work in progress

In questo video viene ripreso durante la creazione di una delle sue opere, a scopo pubblicitario. In queste immagini si riescono a scoprire alcuni dei suoi trucchi. Come il riuscire a lavorare al centro delle sue opere, senza mai calpestare quando già colorato. Penso che questo sgabello, gli sia utile anche per limitare i vari mal di schiena e lividi alle ginocchia.




Le sue creazioni possono essere ammirate anche sul suo sito ufficiale http://users.skynet.be/J.Beever/



Fonti: paintblog.net
http://www.paintblog.net/julian-beever-gessetti-sul-pavimento-159.html

mercoledì 19 maggio 2010

I Lego di Jan Vormann riparano i muri delle città

L’idea del giovane artista tedesco Jan Vormann è semplice ma alquanto efficace: riempire con mattoncini Lego le crepe ed i fori presenti nei muri. L’effetto finale è incredibile. Vecchi muri grigi e spenti si illuminano ed escono dall’anonimato grazie a questi coloratissimi pezzettini di plastica. Il progetto di Jan Vormann, denominato Dispatchwork, è nato proprio in Italia qualche anno fa durante il festival 20eventi. Mentre l’artista passeggiava nel borgo medievale di Bocchignano vicino a Roma è rimasto colpito dai palazzi che erano costruiti utilizzano tanti tipi di materiali diversi, scelti dalla necessità e non certo dal design.


“Se avete un buco nel muro – ha spiegato Jan Vormann – e una varietà di pietre diverse, ai costruttori non importa la forma, il colore o la composizione dei mattoni, basta che questi riempano i buchi e assicurino la stabilità del muro (a destra un'immagine del lavoro dell'artista).
Gli avanzi di mattoni usati per una casa non sono stati buttati via ma sono invece stati riutilizzati per aggiustare un altro palazzo o per essere aggiunti a quello originale”. Ed è così che ha collegato “questo con il modo in cui giocavo con il Lego quando ero bambino. Cominciavo a scavare dentro la scatola per finire una struttura che avevo già cominciato a costruire. Ma se non riuscivo a trovare i pezzi appropriati, del colore, forma e dimensione giusti, allora ne usavo altri qualunque”.


Quello che per l’artista è fondamentale è seguire questo precetto da sempre rispettato per le costruzioni: che diano senso di stabilità. Solo in un secondo tempo a saltare agli occhi deve essere il contrasto del risultato con “colori artificiali su quelli naturali, forme perfette, colorate e scintillanti insieme a quelle opache, grigie ed organiche” come ha sottolineato lo stesso artista.


Dopo aver ‘abbellito’ i muri di Bocchignano, le installazioni di Vormann sono apparse anche a Berlino (dove hanno riparato i fori delle pallottole e le crepe negli edifici provocate dalle esplosioni della Seconda Guerra Mondiale) ed ora invadono New York. Jan vuole, infatti, “dare una mano al sindaco Bloomberg nella sua lotta quotidiana per rendere la città sempre più stupefacente”. Tutte le immagini delle sue installazioni (Bocchignano, Amsterdam, Berlino, Tel Aviv, New York ecc) sono visibili sul sito www.dispatchwork.info (in alto un particolare di un intervento di Jan Vormann).


Le altre opere di Jan Vormann si possono invece ammirare sul suo sito ufficiale www.janvormann.com



Fonti: fanzinarte.com

mercoledì 12 maggio 2010

Urban Art a Napoli












Non solo fumetto.Nel contesto della manifestazione del COMICON, il Salone del Fumetto di Napoli (30 aprile-2 maggio), nasce la prima edizione del primo festival in Europa che un Museo d'Arte Contemporanea dedica all'Underground Art, al Pop Surrealismo, alla Skate Art, alla Lowbrow Art e alla Urban Art.

(in alto il flyer dell'evento)

Il MADRE (Museo d'Arte Contemporanea Donna Regina) di Napoli, infatti, la fa da padrone e apre i battenti il 1 maggio con il Festival Urban Superstar Show, correnti artistiche che raccontano il contemporaneo attraverso disegni, dipinti, illustrazioni, grafica e, ovviamente, i fumetti.
L'idea è di David Vecchiato, artista che ha chiamato a raccolta i nomi in mostra e che ha pensato a ben 4 mostre collettive per il 2010 (previste da maggio fino a fine anno, a rotazione) dedicate alla Urban Art.
50 gli artisti internazionali di questa prima tranche, Back from Black. Dal luminoso Pop al buio Underground. E ritorno, tra cui Robert Crum, padre del fumetto underground e Basil Wolverton, creatore dei Gorillaz.

Più figurativi i Pop-Surrealisti e i Lowbrow come Anthony Ausgang, Buff Monster, Mike Davis dagli Stati Uniti, Catalina Estrada dalla Spagna, Boris Hoppek dalla Germania e molti altri.
Non mancano gli artisti italiani che da sempre condividono lo spirito e la filosofia dell'arte underground come Diavù, curatore del Festival, Mr.Wany, Zelda Bomba (parigina naturalizzata italiana), Licia Viero, il collettivo Serpeinseno, e El Gato Chimney.
Sono questi i soldati delle nuove Avanguardie: fanno dell'ironia, del surrealismo e della trasfigurazione dell'Eros e Thanathos il loro linguaggio, non facendo mistero dell'ispirazione cartoon-pop-surrealista del passato ma neppure della voglia di re-interpretare questi mezzi espressivi dando loro nuovo significato.
In occasione dell'inaugurazione della mostra sabato 1 maggio dalle 21 alle 2, proiezioni di cartoon e performance live degli artisti del Festival Urban Superstar Show tra cui i Razmataz che musicano live i cortometraggi di Jan Svankamajer e il DJ Set dell'artista tedesco Jim Avignon e Jon Burgerman. E così via per tutta la durata del Festival (fino al 14 giugno) eventi, performances e proiezioni affinchè, come dice lo stesso David Vecchiato, "il vero momento artistico si riveli proprio nella performance", perché è solo attraverso l'interazione col pubblico che un'opera (underground) continua a vivere e a comunicare.


Cosa: Urban Superstar Show 2010: Back from Black. Dal luminoso Pop al buio Underground. E ritorno. Mostra collettiva
Dove: Napoli, MADRE, Museo d'Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli, Via Luigi Settembrini 79
Quando: dal 1 maggio al 14 giugno 2010, lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 10 alle 21, sabato e domenica dalle 10 a mezzanotte. Chiuso il martedì.
Ingresso: intero 7 euro ridotto 3.50 euro
Ingresso libero il lunedì

Fonte: Style.it